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Visualizzazione dei post da luglio, 2008

Il tesoro dell'emigrato

Spesso e volentieri si sentono miei connazionali lamentarsi dell'Inghilterra: chi per il clima, chi per la riservatezza degli autoctoni, chi per il cibo. Effettivamente raramente qui, in Londra, si superano i 25 gradi e nel corso della medesima giornata si passa da un sole caldo all'acquazzone; più volte nella stessa giornata. In un anno non ho ancora compreso quale cibo sia tipicamente inglese, in una città ove sono presenti centinaia e centinaia di ristoranti di Paesi differenti: italiani, francesi, spagnoli, brasiliani, polacchi, indiani (del su, del nord...), pachistani, bengalesi, vietnamiti, cinesi, thailandesi, messicani... basta non terminerei più. Una chicca: oggi ho scoperto non lontano da qui un ristorante svedese. !? Lo scorso inverno vivevo con una ragazza svedese che, alla domanda su quale cibo fosse tipico della sua nazione, mi rispose: panini e patate. Spero il ristorante offra qualcosa in più. Nonostante sia scoppiata l'estate da almeno un mese, non sono ri

vergogna di essere italiano

Di ritorno da un breve soggiorno in Italia, ho avuto modo di riflettere sull'evoluzione della societa' italiana, alla luce dei drammatici eventi dell'ultimo anno. Condividendo la mia vita con Daniel, cittadino di uno Stato extra-UE, dai tratti somatici evidentemente afro-americani, l'involuzione razzista dell'italiano medio mi tocca. Tengo i contatti con la madrepatria attraverso i siti dei quotidiani, delle riviste e ascoltando Radio Popolare e troppo spesso leggo o sento di come il razzismo sia entrato nel sangue (sempre che non ci sia stato precedentemente) degli Italiani, che mostrano tutta la propria ignoranza parlando di mussulmani che pregano "con il culo per aria" o di rom tutti ladri e sfruttatori di bambini... Cio' che mi irrita maggiormente e' il fatto che troppo spesso questa rabbia per la precarieta' della vita odierna e' incanalata verso i piu' deboli, anziche' verso coloro che traggono vantaggio dall'erosione dei