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Credenti per convenienza

La scorsa settimana ho seguito, tramite internet, l'evoluzione del putiferio sorto successivamente ad una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo sulla questione del crocifisso nelle aule scolastiche. Sorvolo su quei cittadini che, dall'alto della propria cultura politica e civica, tuonavano nei forum contro questi trombati della politica che vanno a scaldare le poltrone (non comprendendo forse la differenza tra un organo elettivo, come il Parlamento Europeo, ed una Corte). Sui media, una pletora di credenti dell'ultima ora si e'lanciata in dissertazioni su come questo simbolo sia punto unificante della nostra identita' nazionale, su quanto noi come italiani dobbiamo al cristianesimo (leggesi tra le righe Chiesa Cattolica) nella costituzione della nostra cultura e del nostro modo di essere. A parte l'ovvia e voluta confusione tra il simbolo di una religione e un'istituzione religiosa come la Chiesa Cattolica, che non ha il copyright del Cristi

Il gusto del posticcio

Ormai sono due anni abbondanti che vivo in questo Paese e devo dire di essere contento della vita che pian piano sto costruendo qui; temo che in Italia avrei avuto molte più difficoltà. Lo ammetto, qui non è tutto rosa e fiori, ma a differenza di altri miei connazionali non me la sentirei di sputare sentenze, negative, su questa nazione, intesa come luoghi e persone. Non credo i britannici abbiano buon gusto (nel cibo, nel vestire, nell'arredamento) né che sappiano realmente divertirsi, visto che da venerdì pomeriggio a domenica lo sport più diffuso è bere alcolici. Tuttavia sono persone gentili, disponibili, dedicate al proprio lavoro, con un'etica ed un senso civico molto più sviluppato di quello degli italiani, in media. Il tempo qui è molto variabile, la pioggia è un evento che può sempre capitare, anche in una giornata radiosa; allo stesso tempo su Londra non incombre quella cappa di grigiore e fumo che appesta Torino in inverno o nelle afose giornate di luglio e se piove

Abruzzo

Recentemente in uno dei forum cui ogni tanto partecipo, su internet, è stata aperta una discussione sull'Abruzzo e la ricostruzione dopo il terremoto. La questione della ricostruzione è stato uno strumento cui gli esponenti del Governo, primo tra tutti il Presidente del Consiglio, hanno attinto a piene mani per farsi propaganda. Gli organi di informazione, per parte loro, rilanciano le note e le veline governative senza farsi molto scrupolo di verificare che siano corrispondenti alla realtà. Ecco che, quindi, secondo quanto scrive un "forumista" il 19 luglio erano già pronte delle case di nuova costruzione, inaugurate dal bravo Berlusconi e dal suo servizievole Bertolaso. Il tutto, in base al tizio di cui sopra, filmato da non so quale telegiornale della RAI. Pur avendo poca esperienza nel settore delle costruzioni edili, gli anni passati a studiare ingegneria ed architettura mi hanno insegnato che un edificio non si erige in quattro/sei settimane, a meno che non si tratt

Ivan Della Mea su ilManifesto

Oggi ho letto un articolo di Ivan Della Mea sulla strage di Piazza della Loggia a Brescia (1974), mi è piaciuto, ho trovato interessante l'analisi che propone di quell'avvenimento e di tutto il periodo degli Anni di Piombo. Una chiara e definitiva verità, giuridica e politica, non è mai emersa; questo fa sì che oggi ci siano persone, guarda caso per lo più di Destra, che ci invitano a porre quegli anni alle spalle e gettano dubbi sulla reale matrice di quella stagione, negando addirittura la possibilità di un disegno unico dietro le varie bombe. Proprio per evitare che questo revisionismo, come quello attuato per cercare di dare una facciata rispettabile al Fascismo, prenda il sopravvento e cancelli la memoria, desidero copiare quell'articolo, a futura memoria. Le bombe che scoppiano ogni giorno Ventotto maggio 1974. Brescia, Piazza della Loggia. Comizio sindacale, parla, se ricordo bene, Franco Castrezzati sindacalista della Cisl. Ore 10, 12. Scoppia la bomba piazzata in u

1 maggio

Quest'anno ho festeggiato la Festa dei Lavoratori in Italia, a Torino. Direi, innanzitutto, che quest'anno ho festeggiato il 1 maggio. Perchè nel Regno Unito si lavora come un qualsiasi altro giorno del mese; in Londra si tiene una manifestazione che vede partecipare movimenti e partiti di Sinistra oltre ad alcune organizzazioni sindacali ma, considerate le dimensioni della metropoli, è un evento di scarso rilievo, per lo meno se raffrontate con alcune realtà del Continente. Paola, Letizia ed altre persone che ho incontrato al corteo mi hanno fatto notare come la partecipazione e la passione fossero minori rispetto ad alcuni anni fa, prima della terza vittoria della Destra. Tuttavia, raffrontando la situazione torinese con quella londinese, direi che una manifestazione popolare di venti o trentamila persone in una città di meno di un milione di abitanti è degna di nota e tutt'altro che piccola. Certamente sono lontani i tempi, mai vissuti da me, delle folle piene di rabbia

Eureka!

Aprendo il blog ho letto l'ultimo messaggio lasciato da me alcune settimane fa e, neanche a dirlo, mi appresto oggi a scrivere il presente messaggio nel primo giorno in cui abbiamo la linea in casa. Dopo oltre sessanta giorni...! Alla faccia della tecnologia avanzata! Ora finalmente non devo dipendere da altri per l'accesso alla rete. Da quello che Daniel mi racconta, in Brasile se la compagnia telefonica non è in grado di fornire il servizio entro sette giorni dalla richiesta del cliente, l'autorità garante dei consumatori sanziona la compagnia. Sembra fantascienza... Un paio di giorni fa Daniel è entrato nella sala canticchiando "La locomotiva" di Guccini, cogliendomi di sopresa, perché non pensavo a lui piacesse questo cantautore e di rado ascoltiamo brani di cantautori italiani in casa. Mi ha fatto piacere, mi ha toccato nel mio intimo, soprattutto perché Dan ritiene il testo sia molto bello. Tutto ciò mi ha portato alla mente il racconto che qualcuno, forse

L'era della comunicazione

Da almeno una decina di anni siamo bombardati da messaggi su come sia facile comunicare oggi, su come questa sia l'epoca della comunicazione. Non lo metto in dubbio, ma quanti hanno poi veramente accesso a questa comunicazione? Dal momento in cui tutto e' profitto, tolta l'aria che respiriamo (per il momento), l'accesso alla comunicazione e' vincolata alla disponibilita' economica delle persone... quindi, non sono tutte ciance quelle sull'era della comunicazione? Questa breve ed incazzosa riflessione mi e' sorta dopo un travaso di bile con la compagnia telefonica ex statale del Regno Unito. Come in Italia questa compagnia e' rimasta proprietaria della rete, costruita con denaro pubblico a suo tempo ed ora messa a disposizione di uno solo dei competitori del mercato. Alla faccia della concorrenza. Nel nuovo appartamento non c'e' la linea, per cui abbiamo richiesto l'allacciamento. ci vogliono almeno due settimane dalla richiesta, piu'